Cari Stakeholder, parto da una riflessione fatta nel corso della presentazione del Piano Industriale 2021-2024 del Gruppo Pianoforte: per la prima volta, nella storia della holding, sui cinque interventi più importanti e decisivi, ben tre hanno visto protagoniste le donne.
Tutti interventi di alto profilo esposti con rigore, professionalità e logica, ma anche con la simpatia che è propria delle donne.
Amaramente, ho detto a me stesso che constatavo come eccezionale una cosa assolutamente normale, a cui però non eravamo abituati.
Non potevo, in ogni caso, non essere soddisfatto per questa svolta che finalmente segna un reale cambiamento di passo nel progettare il futuro dei nostri marchi. Marchi che, è bene ricordarlo, sono inequivocabilmente rivolti soprattutto ad una clientela femminile, pur con una consistente presenza di clientela maschile.
In aggiunta, annuncio che nei Consigli di Amministrazione di Inticom e Kuvera sono state elette come membri indipendenti per la prima volta due donne, espressione di elevate ed indiscutibili professionalità e competenze.
Con il Piano Industriale 2021-2024 abbiamo messo al centro dei nostri progetti le persone, la sostenibilità e la digitalizzazione, quale componente abilitatrice di tutto il cambiamento epocale che stiamo vivendo nell’uscita dalla pandemia.
La pandemia, di cui purtroppo ancora si parla tanto, non ha portato solo conseguenze negative, ma ha agito, imponendoci un prezzo spropositatamente esagerato in vite umane e nella qualità della nostra vita, come propellente per spingere idee e progetti su cui finora si è troppo teorizzato.
Improvvisamente sono cambiati alcuni parametri di riferimento che ci hanno accompagnato per decenni.
Il primo esempio, ma anche quello che più mi ha colpito, è che oggi un imprenditore deve saper dialogare con la finanza mettendo al primo posto i progetti di sostenibilità delle proprie aziende, affiancando e, a volte, sorpassando, nell’attenzione generale, i rendiconti finanziari che, comunque, continuano ad essere il pilastro su cui si poggiano progetti e nuove iniziative.
È stato un lavoro inizialmente molto duro perché cambiare passo e guardare con occhio diverso tutto quello che ci circonda per instaurare nuovi metodi di lavoro, è cosa molto impegnativa.
Alla fine, è stato come portare a termine una rivoluzione resasi necessaria per sradicare vecchi concetti, innovando in profondità gli stessi valori culturali che ci hanno fin qui accompagnati, delineando così nuovi metodi di approccio e di sviluppo per i compiti assegnati ai singoli.
Mentre tutto questo prende corpo, caratterizzando il passo da tenere da oggi e per il prossimo futuro, dobbiamo prendere atto che uno dei primi temi da affrontare con decisione e profonda consapevolezza è quello di considerare i rischi emergenti. Tra questi, considero prioritario quello legato al cambiamento climatico, un problema a cui stiamo assistendo, a volte anche come protagonisti involontari, senza però renderci completamente conto di quanto sta accadendo intorno a noi.
Mentre scrivo queste note, passano su un video le immagini di chicchi di grandine talmente grandi e potenti da sfondare lunotti e parabrezza di centinaia di auto in sosta in un parcheggio di un supermercato in Lombardia. Questo è uno dei tanti segnali che siamo costretti a registrare in Italia e nel mondo, così come altri fenomeni che si verificano, quasi quotidianamente come: ghiacciai che ridimensionano di anno in anno la loro superficie, distese di plastiche che si addensano come isole galleggianti in più parti degli oceani, mentre le microplastiche finiscono prima in pasto ai pesci per poi entrare nei nostri stessi organismi. Le temperature medie crescono inesorabilmente e, di fronte a questi scenari, già al limite dell’apocalittico, si accorciano le date per raggiungere gli obiettivi fissati per il riequilibrio del nostro ambiente.
Importanti obiettivi sono attesi per il 2030 e successivamente per il 2050, noi dobbiamo esserne parte attiva.
Il nostro impegno deve essere quindi finalizzato soprattutto alla riduzione delle emissioni di CO2, riservando tempo ed attenzione alla quantificazione di queste emissioni per mettere in atto provvedimenti che avviino la risoluzione di un problema decisivo per il nostro futuro.
Dobbiamo rivedere prodotti e processi, limitando l’utilizzo di materie prime vergini, così come minimizzare i consumi energetici e idrici: dobbiamo cambiare il nostro stile di vita e l’approccio con la natura che ci circonda.
Tutto ciò dovrebbe avvenire nel rispetto e nella tutela del lavoro e dei livelli di benessere fin qui raggiunti, tuttavia risulta indispensabile un riequilibrio della ridistribuzione della ricchezza nel mondo, perché bisogna ricordarsi che miliardi di persone vivono ancora in situazioni di svantaggio sociale ed economico.
Siamo pronti ad affrontare la globalità di questi problemi? Noi vogliamo dare il nostro contributo nella convinzione che tante piccole gocce, insieme, formano un oceano.
Lavoreremo tanto, lo faremo con la dedizione e l’applicazione che i nostri valori e la nostra etica ci impongono, prendendo l’impegno di verificare ogni anno le tappe di questo percorso. Crediamo fermamente che i valori del Gruppo Pianoforte rappresentino la vera spinta all’azione e che guideranno l’agire delle persone tanto oggi quanto domani.
Buon lavoro a tutti!
Luciano Cimmino
Presidente Gruppo Pianoforte